Dopo la bocciatura alla Camera, in Senato è stato presentato un altro emendamento alla finanziaria che prevede i fondi necessari da destinare alla costruzione del prolungamento della Metro 5 (lilla) da Bignami a Monza. Ma cosa comporta tutto questo per il nostro territorio?
La vicenda passo per passo
La possibilità di collegare Milano alla Brianza era un sogno nel cassetto che si coltivava da decenni, ma la mancanza di investimenti e di visione unitaria di tutti i comuni coinvolti continuava a ritardare la messa in atto del progetto. Solo da ottobre dell’anno scorso hanno iniziato a circolare i dettagli sulle fermate e i comuni coinvolti. A novembre sembrava si fosse arrivati ad un punto cruciale, con la proposta, fatta dal forzista Andrea Mandelli alla Camera di inserire un emendamento alla manovra per sbloccare 900 milioni di fondi da destinare al prolungamento.
Mandelli in realtà si faceva portavoce dei comuni di Milano, Sesto-San Giovanni, Cinisello Balsamo e Monza che sono disposti a finanziare il progetto anche di tasca loro con ulteriori 350 milioni. Una cifra decisa dai consigli comunali di queste città, che si sono riuniti tutti insieme a Monza lo scorso 29 novembre. A questa proposta succedono avvenimenti piuttosto strani in Parlamento: infatti il 6 dicembre l’emendamento non fu approvato alla Camera dalla maggioranza, creando un po’ di sconcerto tra i media, e invece lo scorso 13 dicembre un emendamento praticamente identico è stato presentato al Senato con la firma degli esponenti di tutti i maggiori partiti, dalla Lega a Leu.

Alcune fonti hanno parlato di uno sgambetto parlamentare alla Camera tutto interno al centro destra, ordito dalla Lega per evitare che Mandelli, di Forza Italia, si prendesse tutto il merito della proposta. Massimiliano Romeo, primo firmatario dell’emendamento al Senato invece sostiene che alla Camera sia stata affossato perché l’emendamento conteneva delle imprecisioni tecniche. Come siano andate le cose da questo punto di vista però importa poco: quello che conta è che al momento nulla è perduto, anzi, vista la diversità delle forze politiche che lo sostengono, in Senato l’emendamento sembra essere prossimo all’approvazione.
Il progetto
Si sta parlando di 11 fermate aggiunte alla linea lilla, quella che attualmente viaggia tra Bignami Parco Nord e lo stadio San Siro, ad oggi la più recente tra le metro milanesi e anche la più avanzata perché possiede veicoli che viaggiano senza pilota. Ma verranno aggiunte anche le fermate di Restellone e Monza-Bettola alla linea rossa, per consentire un punto di interscambio tra le due linee nel capoluogo brianzolo.

In totale i finanziamenti richiesti per completare l’opera saranno di 1 miliardo e 250 milioni di euro, suddivisi tra comuni, che si impegneranno con 350 milioni e i fondi statali, ovvero i discussi 900 milioni che si attendono dal Senato. Il tempo previsto per la costruzione, salvo incidenti, si pensa sarà di cinque anni: Marco Garelli, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano ha parlato al Sole 24 Ore di un probabile inizio dei lavori nel 2021 e della loro conclusione nel 2026, se tutto procede senza intoppi.
Cosa cambierà per la Brianza
L’opera gode praticamente di un sostegno incondizionato; anche i commercianti monzesi hanno smentito al Cittadino di essere stati contrari, nonostante ci sia il rischio che molti brianzoli ne potrebbero approfittare per fare compere nel centro di Milano. La capitale economica d’Italia non attrae solo acquirenti dalla Brianza, ma dal mondo intero, tanto che negli ultimi anni ha superato Roma come città più visitata d’Italia. Monza quindi potrà beneficiare in parte di questi turisti: sarebbe la meta perfetta per una gita a qualche minuto dalla metropoli, ad esempio. Ricordiamo inoltre che una fermata rappresenta già di per sè una fonte di guadagno sul territorio, perchè diventa un luogo di sosta che può essere sfruttato dagli esercizi commerciali.
Oltre ai vantaggi economici per il capoluogo della provincia ce ne sono molti che faranno bene a tutti, in primis quelli ambientali: nella provincia in cui si muore di più per tumori alle vie respiratorie piuttosto che di malattie cardiovascolari (ne abbiamo parlato qui), ridurre il traffico su gomma è urgente e fondamentale. E Viale Fulvio testi è una strada percorsa da moltissime auto ogni giorno, e in cui si contano numerosi incidenti. Quindi, trasferire il traffico degli automobilisti su un mezzo pubblico veloce e meno inquinante allunga la vita, letteralmente.
Ma la metro a Monza soprattutto rappresenta una sfida per il nostro territorio, una sfida che riguarda il nostro rapporto con Milano. E’ importante che in questi anni che ci separano dal completamento del progetto le amministrazioni locali, le imprese e gli investitori del territorio si chiedano se la metro serva per renderci più dipendenti o più indipendenti dal capoluogo lombardo. Non è una questione da poco, perché ciò che sembra essere un modo per trasformare le nostre città in dormitori, potrebbe diventare anche l’esatto opposto: l’infrastruttura necessaria per creare lavoro sul territorio. La politica e l’imprenditoria staranno a guardare o sfrutteranno le nuove infrastrutture per far crescere i nostri comuni?
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