Solitamente ai roghi di rifiuti si associano le immagini della ormai tristemente famosa Terra dei Fuochi in Campania. Tuttavia, secondo i dati e le inchieste più recenti, le regioni in cui si bruciano più rifiuti tossici sono quelle del Nord. Presentiamo il primo dei due articoli sugli incendi negli impianti di stoccaggio nel nostro territorio.
Incendi sospetti
Cinisello Balsamo, 2 ottobre 2017. I pompieri ricevono una chiamata intorno alle cinque del mattino che li avvisa di un incendio nella zona industriale della città. Ad aver preso fuoco è stato un capannone adibito a sito di stoccaggio rifiuti, di proprietà della Carluccio srl. Per tredici ore quaranta vigili del fuoco lavorano per spegnere il fuoco. Già mentre mettono in atto le misure di contenimento delle fiamme, però, iniziano a notare delle stranezze: il portellone dell’impianto è spalancato e si accorgono che, per le sue dimensioni, quell’incendio doveva essersi generato almeno alle 3:30: un’ora e mezza prima della chiamata che li aveva messi in allarme. Poi si riscontrano numerose somiglianze con un altro incendio che tempo prima aveva colpito un capannone della stessa azienda. Le procure di Milano e Monza iniziano a indagare su questi episodi che hanno coinvolto la Carluccio srl, aprendo un fascicolo contro ignoti per incendio doloso.

Milano, zona Quarto Oggiaro, 15 ottobre 2018. 16 mila metri cubi di rifiuti in plastica iniziano a bruciare, ci vogliono tre giorni per spegnere le fiamme. Il deposito che ha preso fuoco, situato in zona Bovisasca, non è autorizzato. Sempre il 15 ottobre va a fuoco un altro deposito, questa volta di carta, a Novate Milanese.
Il Nord ha iniziato a bruciare
Abbiamo riportato questi due episodi, sia perché sono per ora i casi più vicini alla Brianza di cui abbiamo notizie, sia perché i loro effetti forse li abbiamo sentiti anche noi, nell’aria che respiriamo. Oltre alla pericolosità, però, questi incendi hanno altro in comune: tutti sono avvenuti in capannoni addetti a contenere scarti industriali. I roghi di rifiuti al Nord hanno iniziato solo recentemente ad essere soggetto di inchieste e di una commissione parlamentare, che ha finito di lavorare a gennaio 2018.
Proprio dalla relazione pubblicata da quest’ultima si trae qualche dato (inoltre è da qui che abbiamo tratto i dettagli sull’incendio di Cinisello Balsamo): dal 2014 al 2017 gli incendi che hanno coinvolto rifiuti industriali sono stati 261 in Italia, e solo il 10% è avvenuto nelle discariche: la maggior parte di essi si è quindi generata nei depositi come quelli di Cinisello e Milano.
Altro dato interessante: il 47% di questi casi (124) è avvenuto al Nord, che rimane così l’aera italiana dove questi episodi sono stati più frequenti. La commissione ha dichiarato che, a livello nazionale, per il 20% di questi casi ci sono elementi concreti che potrebbero ricondurli al dolo, mentre per gli altri non sono state trovate prove significative.
Il Sole 24 Ore sostiene di aver contato, solo “negli ultimi mesi” più di 100 incendi di questo tipo in Lombardia, un dato che, nonostante resti un po’ vago, segna un aumento rispetto agli anni precedenti. Infatti, sempre lo stesso giornale, come ricorda l’associazione ambientalista VAS, tra giugno e settembre 2015 ne aveva censiti solo 30.
La provincia lombarda più colpita da questo fenomeno è senza dubbio quella di Pavia: qui nel 2017 ci sono stati 12 incendi ad aziende e depositi che si occupano di stoccaggio e smaltimento rifiuti. Particolarmente grave l’episodio avvenuto a Corteolona, dove è stato scoperto anche un traffico illecito che si serviva proprio di un capannone della città per bruciare rifiuti da tutta la Lombardia: come denuncia Legambiente, i livelli alti di diossine prodotti dall’incendio provocarono decine di intossicati.
Non temete… abbiamo appena cominciato
Riassumendo: anche vicino alla nostra Brianza ultimamente prendono fuoco con frequenza sospetta depositi in cui vengono accumulati scarti industriali tossici. Già per i rischi che ciò comporta per la nostra salute dovremmo essere in allarme. Ma va da sé che non possiamo non chiederci se dietro questi avvenimenti ci siano interessi economici o legami con la criminalità organizzata. Per questo nei prossimi articoli andremo un po’ più a fondo a questo fenomeno cercando di capire quali sono le sue cause più profonde (vi anticipiamo che secondo molti c’entrano accordi commerciali internazionali) e se c’è la possibilità concreta che anche in Brianza i rifiuti inizino a bruciare.
2 pensieri su “I rifiuti bruciano: è qui la Terra dei fuochi? (parte 1)”