Caso ponti: la Brianza è sicura?

La tragedia del ponte Morandi del 14 Agosto scorso ha dato vita ad un’ondata di diffidenza verso le infrastrutture delle vie Italiane più trafficate, la Brianza non è stata immune: è fondata questa preoccupazione?

Il caso recente del ponte di Annone

Sono le 17:20 del 28 Ottobre 2016 quando, nei pressi di Annone, crolla un cavalcavia sulla SS36, la strada provinciale che collega la Brianza al Lecchese. Si tratta di un ponte di dimensioni modeste, un nulla in confronto al mastodontico ponte Morandi.

Qualcosa in comune questi due eventi, tuttavia, ce l’hanno: ed è ciò che forse conta davvero. Anche in questo caso, la vita di una persona che stava probabilmente percorrendo quella stessa via di casa fatta centinaia di volte, si è spenta. Si tratta di Claudio Bertini, cittadino di Civate, che il destino, o chi per esso, faceva passare sotto il ponte proprio al momento del crollo.

Ma il colpevole di questa tragedia non si chiama destino, come non lo è nemmeno per le 43 vittime di Genova: si tratta piuttosto della negligenza dei controlli sullo stato di salute dei passaggi e sulle regolari procedure di manutenzione. E’ inutile sconfinare nell’allarmismo ma è lecito domandarsi se si tratti di casi isolati o di una generale mancanza del sistema, derivante da un livello non sufficiennte di investimenti nella manutenzione delle infrastrutture.

Controversie sulla Milano-Meda

Altre situazioni di allarme non sono mancate.”Il ponte dovrà essere chiuso al traffico”, così si legge sulla perizia dell’ingegner Giuseppa Giunta, stilata ad agosto 2017, e prosegue “Allo stato odierno [….] potranno transitare mezzi con un carico non superiore a 10 tonnellate per non più di 12 mesi”. Al centro della disputa ci sono quattro cavalcavia sulla SS35, la così detta Milano-Meda: Ponte di via Maestri del Lavoro (Bovisio Masciago), Ponte di Binzago (Cesano Maderno), Ponte di via San Benedetto (Cesano Maderno) e Ponte Svincolo di Meda.

La risposta della Provincia all’allarme lanciato dal Corriere, che ha segnalato la perizia, non si è fatta attendere: “La certificazione della società 4EMME Service Spa […] è valida fino a gennaio 2019, quindi tuttora vigente”. Come rassicurazione vengono citati gli 1,8 milioni stanziati nel 2016 per attività di manutenzione straordinaria per le principali vie di comunicazione della Brianza. Inoltre controlli più specifici sono seguiti alle segnalazioni, restitutendo un quadro fondamentalmente invariato rispetto alle rilevazioni degli anni passati tant’è che la certificazione di idoneità statica è stata rinnovata fino a Giugno 2020. Da questo è stata quindi delineata un’assenza di peggioramenti e la mancanza di necessità di intervento.

L’obbiettivo della Provincia sembra infatti quello di tirare avanti senza grossi interventi sulla circolazione fino al 2019. A questo punto sarebbe prevista una chiusura di tutti i quattro i ponti in questione, per l’esecuzione di ingenti lavori di consolidamento per i quali sono già stati stanziati 450mila euro dalla Regione.

La realtà dei fatti è che, al di là della burocrazia, si continua a circolare su tre dei quattro ponti (quello di Bovisio Masciago è stato infatti chiuso in via precauzionale) nel braccio di ferro di perizie con la provincia.

Valassina: preoccupa il Ponte della Rebecca

Questa volta a Giussano, a far preoccupare è un altro cavalcavia sulla SS36. Il “Ponte della Rebecca” è infatti da due anni in attesa di lavori di restauro che dovrebbero sforare il milione di euro, aggiungendo un intervento mirato straordinario a quelle che sono le regolari procedure di manutenzione.

A far preoccupare è la somiglianza tra la struttura di questo ponte e quello di Annone che, come raccontato nella prima parte, è crollato due anni fa. Questo, in particolare, perchè le due opere risalgono all’incirca allo stesso periodo, ossia gli anni 60 del secolo scorso, e questo fa temere un destino comune. Va sottolineato, tuttavia, che il passaggio su questo cavalcavia è di molto inferiore rispetto a quello caduto, ma l’allarme rimane.

Ma quindi?

In un contesto in cui la provincia non fa passi indietro di fronte ad opinioni contrastanti, esprimersi sui singoli casi non è semplice e richiederebbe competenze, anche di carattere tecnico, fuori dalla nostra portata.

Possiamo invece fare una considerazione di un altro tipo, registrata la generale difficoltà di avvio delle opere di manutenzione: siamo sicuri che il sistema che regola i lavori sulle infrastrutture pubbliche possa permettersi di essere così complesso da arrivare ad anteporre la burocrazia alla rapidità di intervento? E’ giusto continuare a circolare su ponti inagibili per mancanza di una firma, o c’è una soluzione migliore?


Credit for the front image: Photo by Victor Xok on Unsplash 
Fonti: Il Corriere (1,2), Il Giorno, Il Cittadino

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