Dopo la vergognosa ordinanza del sindaco di Como in questi giorni, c’è da chiedersi se l’assistenza ai poveri abbia ancora un posto nella nostra società, soprattutto a Natale. A quanto pare in Brianza ci sono molti esempi virtuosi in questa direzione; abbiamo parlato con uno dei promotori del “Progetto freddo”, iniziativa messa in atto a Seregno: Luigi Losa. (Nell’immagine in evidenza: Croce Rossa di Monza soccorre un senzatetto, fonte: Nuovabrianza)
Che cos’è “progetto freddo”? E ce n’è davvero bisogno nelle nostre città di proposte come questa?
L: Il 22 dicembre, dopo aver già riempito tutti i posti che avevamo a disposizione, si è liberata un’altra camera, e dopo pochi giorni abbiamo trovato altre tre persone. Tra queste una non si è presentata e così abbiamo potuto accogliere un ex muratore che dormiva sotto il ponte della ferrovia, precedentemente respinto per mancanza di spazio: questo episodio basta per rispondere alla domanda sul bisogno.
Il nostro è un progetto organizzato in primo luogo da Caritas e Centro d’ascolto Caritas, e riceve importantissimi contributi dal Piccolo Cottolengo don Orione di Seregno, Croce Rossa, Scuola italiano per stranieri, e molti volontari. Il nostro scopo è offrire un pasto caldo e un letto ai senzatetto in città. Li accogliamo nella struttura del don Orione, dove già erano presenti 14 richiedenti asilo, e li ospitiamo dalle 19 alle 8 del giorno dopo.
Riguardo alle questioni pratiche: quante sono queste persone?Come vi mettete in contatto con loro? Chi fa assistenza?
L: Per ora abbiamo 11 posti pieni, 2 posti di emergenza e 3/4 persone che stiamo valutando. Anche noi inizialmente avevamo previsto circa 15 persone, ma ci siamo resi conto che i poveri da assistere sarebbero anche il doppio. Seregno, tra associazioni e comune, si prende cura di circa 20 soggetti; ce ne sono molti, però, che rifiutano gli aiuti.
Per citare città più grandi, strutture come quella di via Raiberti a Monza, comune che già da anni si è attivato per far fronte a questo problema, accolgono anche 50-60 persone.

Dalle 19:00 a mezzanotte è presente un educatore retribuito, mentre dalle 23 alle 8 del mattino ci siamo affidati ad un servizio specializzato. Insieme a queste figure professionali cooperano più di trenta volontari da tutta la città, grazie ai quali siamo riusciti a coprire tutti i turni fino a Marzo.
Le persone da ospitare ci vengono segnalate in primo luogo dalla Croce Rossa che con le sue unità di strada pattuglia di notte tutti i posti caldi della città: stazione, ex carburatori Dell’Orto, ponti delle ferrovie etc. Altre segnalazioni ci vengono fatte dalla San Vincenzo, dal Centro Ascolto Caritas e dai servizi sociali.
Il progetto ha un costo?
L: Sì, si calcolano circa 30 mila euro. I soldi li abbiamo già trovati tutti grazie alle donazioni della Caritas, Fondazione Ronzoni-Villa, Comunità pastorale di Seregno, e alla partecipazione ad un bando promosso quest’anno dal comune.
Ci viene da dire allora: qual è il ricavo? Cioè, perché questa scelta, che in molti non capiscono (vedi caso Como), è davvero importante?
L: Innanzitutto l’assistenza sociale evita che noi iniziamo a vedere negli altri un peso: se iniziamo a marginalizzare i senzatetto magari poi la stessa cosa tocca a tutti i soggetti non produttivi della società, e chissà dove andremo a finire… Se il messaggio è “non sta bene” vedere queste persone mentre si va a negozi”, per esempio- perché è questa la cosa più grave dell’ordinanza di Como, il fatto che sia “a tempo”, solo durante le feste– fatico a non vederci del razzismo verso la povertà.

Non capisco quindi scelte politiche cieche e dettate da ignoranza culturale. E tra l’altro oltre all’aspetto umanitario, iniziative come questa vanno a beneficio anche della sicurezza dei senzatetto e di tutti.
…e di queste politiche ne abbiamo avuto un assaggio anche a Seregno…
L: Sì, da 20 anni a Seregno si cercava una soluzione a questo problema. L’anno scorso ci eravamo attivati e avevamo chiesto all’amministrazione un posto in cui ospitare queste persone. In seguito a varie proposte e rifiuti avevamo individuato una palazzina comunale. Dopo risposte in ritardo e riunioni posticipate, e quando già avevamo trovato tutti i volontari, ci vennero a dire che la palazzina non era agibile. Così l’anno scorso non se n’è fatto più nulla.
Va detto però che a tutte le associazioni che ho nominato e ai molti volontari che ne fanno parte va riconosciuto il merito di essersi unite e aver mostrato che una Seregno diversa è possibile.
Ringraziamo Luigi Losa per la disponibilità e facciamo a nome di tutto il Barbarossa sinceri auguri di buone feste.