Abbiamo visto tutti ad ottobre la foto di Paolo Nespoli (sopra) in cui un’ inquietante cappa di smog ricopre la pianura padana. Pochi giorni dopo era scattata l’emergenza smog, rientrata solo grazie alla pioggia. A distanza di due mesi, verifichiamo le condizioni dell’aria in Brianza. La qualità dell’aria è migliorata?
Abbiamo confrontato le rilevazioni di cinque stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, in quattro province diverse (Meda e Monza sono nella provincia di Monza e della Brianza, Cantù è in provincia di Como, Merate in provincia di Lecco e Saronno è nella provincia di Varese). Nei dieci giorni che abbiamo considerato (28 novembre – 7 dicembre) la quantità di pm10 nell’aria ha superato il valore di soglia per la salute umana (50 µg/m^3) in media per 3 giorni, con un picco di poco inferiore ai 100 µg/m^3 a Monza e Meda nella giornata del 6 dicembre.
Per quanto riguarda il particolato fine (il pm 2,5) abbiamo analizzato i dati delle stazioni di Merate, Monza e Saronno. La situazione è ben peggiore. Il valore di soglia (25 µg/m^3) è stato superato in media 8 giorni sui 10 considerati. Il particolato fine è anche più nocivo per la salute umana, poiché, essendo formato di particelle più piccole, riesce a penetrare nell’apparato respiratorio fino ai polmoni. Anche in questo caso, la città con l’aria peggiore rimane Monza.
Guardiamo le medie mensili. In un articolo dello scorso aprile avevamo messo a confronto le medie mensili del pm10 degli anni 2014-2016 della stazione di Meda. Questa volta mettiamo a confronto le 5 stazioni già considerate, per i primi 11 mesi del 2017. La città in cui si respira un’aria peggiore è Meda (quest’anno è stato peggiore degli ultimi 3) , seguita da Merate e Monza. La città più salubre è invece Cantù. Non stupisce che i mesi in cui si respira l’aria peggiore siano quelli invernali, in cui gli impianti di riscaldamento e i caminetti incidono negativamente sulla qualità dell’aria. È ragionevole quindi che Cantù, meno urbanizzata degli altri comuni e circondata da un territorio meno densamente edificato, risulti la città con l’aria migliore.
Cosa fare? Diciamolo chiaramente: l’inquinamento non si affronta bloccando temporaneamente il traffico. Semmai, una buona cosa da fare è potenziare la mobilità sostenibile, e per farlo serve cooperazione fra i comuni e Regione, e la capacità di fare progetti che non danno risultati nell’immediato. Ma la componente che più incide sull’inquinamento ambientale è il riscaldamento degli edifici. Responsabilizzando i cittadini nell’utilizzo del riscaldamento domestico si possono ottenere piccoli risultati, ma solo una politica edilizia che abbatta drasticamente il consumo di suolo ed imponga la costruzione di edifici a basso consumo energetico potrà rendere meno inquinata l’aria negli anni a venire.
Un’aggiunta. Il problema dell’inquinamento ambientale della Brianza è documentato dalla prima età industriale. Giuseppe Parini, che era di Bosisio (Como) – poi ribattezzata in suo onore Bosisio Parini – nel 1761 scrisse l’ode la salubrità dell’aria, prendendosela con chi, per proprio interesse, inquina danneggiando la salute di tutti. Ne riportiamo un passo.
Pera colui che primo
A le triste ozïose
Acque e al fetido limo
La mia cittade espose;
E per lucro ebbe a vile
La salute civile.
Un pensiero su “Lo smog in Brianza continua ad essere un problema”