Giovedì 9 novembre si è tenuta al teatro Santa Valeria una serata in cui si è provato a riflettere su che cosa si intende per “legalità”. Ospite d’onore: Gherardo Colombo, ex magistrato brianzolo e scrittore.
Un po’ di definizioni…
“Che cos’è la legalità?” “Perché si fanno le leggi?”: così il dott. Gherardo Colombo ha iniziato a solleticare il pubblico, ponendo delle domande così difficili e banali allo stesso tempo. Ci si sarebbe aspettato (e per fortuna non è accaduto) un resoconto dettagliato della sua esperienza, e delle difficoltà incontrate nello svolgere appieno la sua carica, invece, un uomo di così grande esperienza ha deciso di partire dalle basi. Ed effettivamente in questo modo, oltre che risvegliare lo spirito critico del pubblico, l’invitato speciale è anche stato maggiormente fedele al tema della serata.
Non a caso anche io in questo pezzo non vorrei sprecare parole per raccontare dettagliatamente la carriera di questo grande magistrato (nonostante chiaramente l’invito ai lettori di informarsi sia implicito) proprio perché preferisco dedicare spazio al dibattito sull’argomento principale.
“La legge ci dice cosa non si può fare per vivere in una comunità” “In una società dove gli uomini tentano di prevalere l’uno sull’altro serve un contratto a cui prestar fede che limiti le nostre libertà” “Legalità è rispettare le leggi”. Queste sono state le risposte ” a caldo” del pubblico agli interrogativi posti dal relatore; abbastanza condivisibili, giusto?
Un altro punto di vista
In realtà, Colombo, per tutta la sera, attraverso esempi presi soprattutto dalla storia recente, ha tentato di trasmettere un messaggio indubbiamente più complesso e approfondito. “Anche nel 1938, quando furono promulgate le leggi razziali in Italia si doveva rispettare quella legge e quindi vivere nella legalità?”
Lo spostamento da rispettare la legge a rispettare le leggi giuste chiaramente non ci aiuta. L’ex magistrato ha puntato il dito contro quel “non” all’inizio di ogni prescrizione presa ad esempio dagli interventi del pubblico: “Vediamo sempre la legge come un qualcosa che ci limita. E’ così difficile percepirla come qualcosa che ci libera? Se ci viene prescritto di andare a scuola almeno fino ai 16 anni è perché ciò ci permette di creare un nostro pensiero libero, non vi pare?”
Comprendere i fini per cui sono state create le leggi ci permette di infirmarci e di scegliere, e la possibilità di scelta è il primo fattore che rende una società pienamente libera, come molti spettatori hanno affermato. “E se sostituissimo il non con il è necessario?
Attraverso questo ragionamento si capisce anche il suo ritiro dalla magistratura, dopo la presa di coscienza dell’impossibilità della semplice repressione di influire sulla diminuzione dei crimini (ha fatto proprio riferimento alla corruzione). “Penso sia molto più utile andare nelle scuole” dichiara Colombo, con un sorriso che non nasconde rimpianti.
Il nostro piccolo granellino
“Cosa possiamo fare noi giovani per tenere viva la fiamma della legalità e dell’impegno?” chiede una ragazza in prima fila. “Dobbiamo portare la nostra grande energia al servizio di questa causa, ognuno ha il suo piccolo granellino per contribuire alla bellezza“.
Questo granellino lo hanno portato in tanti per realizzare un incontro di qualità come quello di giovedì sera. Innanzitutto i giovani di Cittadini del mondo, e da ciò si spiega la straordinaria presenza alla serata di ragazzi di tutte le età, che da tempo pensano e hanno preparato un percorso sulla legalità che ci riserverà ancora serate di questo calibro. In secondo luogo alle numerose associazioni di Seregno che stanno facendo i primi passi per intensificare il dialogo tra loro: tutte queste realtà (che non elenchiamo per ragioni di spazio) hanno aiutato a coinvolgere un pubblico così largo.
“Noi italiani abbiamo sempre l’abitudine a giustificarci, non riconosciamo mai di aver torto” diceva Colombo. Dopo quello che è successo negli ultimi mesi, queste parole possono essere interpretate come una velata accusa. Invece devono essere uno stimolo: le associazioni lo hanno capito e hanno portato il loro granellino: è forse il segno di una città che inizia a svegliarsi?
(Ringraziamo Massimiliano Riva per le immagini)