9 maggio 1978
“Chi è questo Peppino Impastato? Questo siciliano di provincia? Chi se ne fotte di Peppino Impastato!” sono le frasi che si sentono urlare nel finale del film “I cento passi”, uscito nel 2000 e diretto da Marco Tullio Giordana che racconta la storia di questo giovane diventato un simbolo dell’antimafia.
Bisogna farsela questa domanda, o meglio, poiché con Il Barbarossa abbiamo posto l’accento sul nostro territorio, dovremmo chiederci: chi è per noi Peppino Impastato? E proprio per il taglio con cui questo blog affronta i problemi, questo non può essere e non sarà un articolo-memoriale. Non è solo la vicinanza temporale con l’anniversario della sua scomparsa (avvenuta il 9 maggio 1978) che mi/ci ha spinto a parlare di questo argomento.
Legnano, 5 giorni fa
Almeno un paio di ragioni, che si possono trovare entrambe nelle cronache di questi giorni, ci costringono a parlare di ‘ndrangheta sul nostro territorio, la mafia che purtroppo ha attecchito meglio, in questi anni, in Brianza e dintorni. La prima riguarda direttamente Impastato: a Legnano, il 6 maggio (dell’anno corrente s’intende) proprio la targa dedicata a lui è stata bruciata da ignoti. Provincia di Varese, tanto per capirci.

Questo episodio dimostra due cose: la prima è che ovviamente, e si spera che nel 2017 nessuno lo escluda più, gruppi mafiosi attivi e agguerriti si nascondono sotto i nostri occhi. La seconda, che però non è più confortante perché vuole suggerirci una nostra presa di coscienza, è che il suo nome, a loro, fa ancora paura a distanza di decenni. Questa constatazione apre uno spiraglio di speranza: fa riflettere sulle potenzialità dei cittadini onesti che hanno coraggio di dire no, soprattutto se non sono soli.
L’arresto del boss dello spaccio lombardo
L’altro episodio a cui precedentemente facevo riferimento, questo forse maggiormente conosciuto, è l’arresto, avvenuto, strana coincidenza, il 9 maggio a Platì (Calabria) del boss Rocco Barbaro, da anni a capo dello smercio di cocaina in Lombardia. La sua, infatti, è una delle famiglie più potenti della mafia calabrese, e questo arresto, finalmente attuato dopo una ricerca durata un anno e mezzo, conferma che essa era giunta a comandare anche vicino a noi.
La sua zona d’azione, in cui si intrecciavano interessi di diverse famiglie ‘ndranghetiste, è stata principalmente il comune di Buccinasco, ma il suo ruolo nei rapporti di potere in Lombardia era talmente affermato da permettergli di aprire un bar in centro a Milano, il “Vecchia Milano” in corso Europa. Di locali aperti per coprire affari illeciti penso che i seregnesi soprattutto, ma anche altri brianzoli, ne sappiano qualcosa.
Questi avvenimenti ci devono far pensare …
Anche qui la reazione a una notizia come questa oscilla tra un sentimento superficiale di sollievo per la cattura di un pericoloso criminale, e la successiva sensazione di tristezza al pensiero che i danni di Barbaro ormai sono stati fatti. Da qui il discorso sulla prevenzione non può che partire dall’affermazione che le forze dell’ordine non possono essere lasciate sole a combattere questo fenomeno.
Ogni cittadino onesto deve fare la sua parte, allora è opportuno chiedersi cos’è l’antimafia per noi, abitanti della Brianza nel 2017, il che significa, di conseguenza, tornare inevitabilmente alla domanda di partenza: chi è per noi Peppino Impastato?