Stranieri in Brianza tra istruzione e lavoro

Da anni il tema immigrazione è al centro del dibattito pubblico italiano. Nell’articolo di oggi analizziamo questo fenomeno, con un focus particolare su istruzione e lavoro dei residenti stranieri in provincia di Monza e Brianza.

La popolazione straniera

Iniziamo da un dato: attualmente la provincia di Monza e Brianza ospita poco meno di 76000 residenti stranieri, che corrispondono a circa l’8.7% dei residenti totali in quest’area. Tra i comuni più “internazionali” troviamo Monza al primo posto, con una popolazione straniera che costituisce il 12.6% di quella totale, seguita da Carnate (12.5%), Mezzago (11.2%), Limbiate (11.1%) e Cesano Maderno (10%).

Caratteristico della comunità straniera in Brianza è un tasso di natalità più alto rispetto a quello dei residenti italiani, e un numero di morti in termini percentuali più basso. Il saldo naturale della popolazione straniera, che corrisponde al numero di nati vivi meno il numero di morti, è rimasto dal 2011 in territorio positivo. Dal 2012 il numero di stranieri cresce “naturalmente” di più di mille persone ogni anno.

Per scoprire quali sono i principali paesi di provenienza degli stranieri in Brianza clicca qui.

Istruzione

Ma rivolgiamo ora la nostra attenzione verso il livello di istruzione dei residenti stranieri. Il grafico sottostante indica il massimo grado di istruzione raggiunto da cittadini stranieri e italiani.

Nonostante la percentuale di residenti stranieri senza titolo di studio sia quasi tripla rispetto a quella dei cittadini italiani, stranieri e italiani si laureano in ugual proporzione. Non solo: i residenti con cittadinanza non italiana sembrano avere un numero maggiore di diplomati in termini relativi.

Questa distribuzione più “polarizzata” può essere dovuta a un flusso non trascurabile di migranti che provengono da paesi particolarmente arretrati, nazioni in cui l’istruzione è riservata quasi esclusivamente agli uomini o regioni instabili/soggette a conflitti.

Occupazione e disoccupazione

Per rendere più chiari i dati riportati in questo capitolo, ecco un breve recap dei principali indicatori del mercato del lavoro. La forza lavoro è la somma di occupati e di persone in cerca di occupazione (disoccupati). Il tasso di disoccupazione rappresenta il rapporto tra numero di disoccupati e la forza lavoro. Il tasso di occupazione è invece il rapporto tra occupati e persone in età lavorativa (età compresa tra i 15 e i 64 anni). Per concludere, il tasso di inattività è il rapporto tra le persone che non fanno parte della forza lavoro (non occupati e che non in cerca di occupazione) in età lavorativa e la popolazione in età lavorativa.

Dal 2004 a oggi, il tasso di disoccupazione dei residenti stranieri è rimasto ampiamente al di sopra di quello dei cittadini italiani, come mostra il grafico sottostante. Per quanto riguarda il livello di occupazione, anche se prima del 2008 gli stranieri risultavano più occupati rispetto agli italiani, in seguito alla crisi 2009-2011 il tasso di occupazione dei residenti stranieri è calato marcatamente scendendo al di sotto di quello degli italiani, che è rimasto piuttosto stabile. Attualmente il divario tra livelli occupazionali è ancora ampio (più di 4 punti percentuali).

Possiamo anche notare che se la differenza tra tassi di occupazione di maschi stranieri e maschi italiani è trascurabile, la stessa cosa non può essere detta per quanto riguarda l’occupazione femminile. Il livello di occupazione delle donne straniere rimane infatti stabilmente al di sotto di quello delle italiane; i due tassi sembrano perfino divergere negli ultimi 6 anni. Bisogna tenere a mente che le donne straniere sono mediamente meno emancipate ed indipendenti. Questo sembra riflettersi in una partecipazione più limitata al mercato del lavoro.

Osservando i livelli di inattività, un quadro simile sembra emergere. Il tasso di inattività degli uomini stranieri è ben al di sotto di quello degli uomini italiani (15% contro 22% secondo i dati più recenti), mentre il livello di inattività delle donne straniere è stabile attorno al 40%, percentuale che scende al 35% per le donne con cittadinanza italiana. Guardando al dato aggregato, il livello di inattività è simile tra italiani e stranieri, anche se sembra scendere negli ultimi anni per i primi, e salire per i secondi.

Secondo Istat, il 29,9% degli occupati stranieri dichiara di svolgere un lavoro poco qualificato rispetto al titolo di studio conseguito e alle proprie competenze professionali, percentuale che è decisamente inferiore tra gli italiani (11,5%). La scarsa conoscenza della lingua italiana, il mancato riconoscimento del titolo di studio conseguito all’estero e motivi socioculturali sono i principali ostacoli per l’inserimento dei residenti stranieri nel mondo lavorativo.

Lavoro e retribuzione

Nella nostra regione la maggioranza dei residenti stranieri svolge un lavoro dipendente (88,2%). Quasi il 70% è impiegato nei servizi, il 29% nell’industria e il 2% in agricoltura. È interessante notare che a livello nazionale il 6% degli stranieri è invece occupato nel settore primario. Se il 7.4% dei residenti italiani svolge un lavoro manuale non qualificato, il dato sale al 30% per gli stranieri. Il 29,6% dei residenti non italiani ha un lavoro manuale qualificato; circa il 9% svolge professioni dirigenziali o intellettuali/tecniche, contro il 43,8% degli italiani.

Il 32,9% degli stranieri in Lombardia svolge una professione per la quale è richiesto un titolo di studio inferiore a quello posseduto, mentre presso gli italiani la percentuale è del 21%.

Le imprese con titolare straniero costituiscono l’11,9% delle imprese attive in Lombardia. Dal 2012 al 2017 il numero di imprese condotte da stranieri è cresciuto del 22% circa, mentre nello stesso periodo quello delle imprese condotte da italiani è leggermente diminuito. La maggior parte delle imprese condotte da stranieri in Regione sono individuali. Questo fenomeno può essere visto come il rimedio più diffuso alla difficoltà di trovare e mantenere un lavoro dipendente.

In media, la retribuzione lorda oraria di un cittadino italiano in Brianza è di €8.70, contro i €7.30 di un residente straniero. Possiamo inoltre notare che la retribuzione media degli italiani è superiore a quella degli stranieri in ogni settore, dall’istruzione, alla sanità, alla manifattura. Questi dati confermano che gli stranieri residenti nella nostra area svolgono in media lavori più umili e meno qualificati rispetto ai cittadini italiani.


Fonti: Istat.it,Dossier statistico immigrazione 2018 (Idos)

Photo by http://mcdaniel.hu/ethnic-inequality-nigeria/

Lascia un commento