Seregno al voto: come sta la politica

Tra i comuni che il 10 giugno andranno a votare (qui li abbiamo messi tutti), Seregno è un caso eccezionale per le vicende che l’ hanno sconvolta lo scorso 26 settembre. Facciamo un breve quadro della situazione politica della città prima di presentare i candidati sindaco (uscirà a breve un pezzo con nomi e profili personali/professionali)

La maggioranza uscente

Durante i giorni immediatamente successivi all’inchiesta avevamo già parlato dei rapporti tra i partiti della coalizione al governo della città dal 2015 (qui il nostro articolo per chi se lo fosse perso). Il commissariamento e le indagini hanno reso evidente la necessità di un ricambio tra le file soprattutto di Forza Italia, ma questo è avvenuto in parte: la candidata a sindaco Ilaria Cerqua è stata assessore proprio nella giunta Mazza; è totalmente estranea a tutta l’inchiesta, ma è comunque una scelta di continuità con l’amministrazione precedente. All’interno della lista di Forza Italia si trovano però diversi nomi nuovi, solo tre infatti sono i consiglieri uscenti di FI che si ripresenteranno alle elezioni del 10 giugno (anche se alcuni si sono lamentati di essere stati esclusi senza motivo dalle liste elettorali).

E’ ufficiale che Giacinto Mariani (Lega) e l’ex assessore Ciafrone (FI), coinvolti nell’inchiesta, invece non si ricandideranno tra le liste dei loro partiti.

Giacinto mariani
Giacinto Mariani

Nel centrodestra si sono ripresentate le divisioni già evidenti durante l’amministrazione Mazza. Negli ultimi mesi, una decina di militanti della Lega cittadina tra cui Davide Vismara, dimessosi dalla segreteria cittadina nel 2017, avevano preso le distanze dall’esperienza amministrativa precedente, dicendo che era necessaria una svolta. Lo stesso Vismara aveva proposto la sua candidatura a sindaco per il suo partito, ma non gli è stato concesso di usare il simbolo leghista: probabilmente si sarebbe divisa la coalizione. Vismara e i militanti che lo appoggiavano sono confluiti nel progetto Ripartiamo Insieme.

Anche in Forza Italia le tensioni non sono mancate. Il 17 Aprile il consigliere provinciale FI Rosario Adamo aveva dichiarato pubblicamente di sostenere Tiziano Mariani, candidato di Noi x Seregno. Anche Adamo si è espresso per un rinnovamento che, evidentemente, nella sezione cittadina del suo partito non ha percepito.

Le opposizioni

Chi ha invece condannato senza mezzi termini ciò che è avvenuto sono state i partiti che sedevano all’opposizione in Consiglio Comunale. Tutte queste liste hanno iniziato un percorso di rinnovamento: il Pd ha cercato di andare oltre alla sua base elettorale entrando a far parte di un progetto che include due liste civiche, Scelgo Seregno e Cambia Seregno, con Alberto Rossi come candidato sindaco. Per Seregno Civica e Ripartiamo sono confluite in è Ripartiamo Insieme, a sostegno della candidatura di Carlo Mariani, una lista che ha unito varie anime politiche e non della città, tra cui i sopracitati ex-esponenti della Lega cittadina, il gruppo Grande Nord (ne parleremo tra poco), ma anche alcuni simpatizzanti del MoVimento 5 Stelle, entrati in questa lista dopo il ritiro del loro candidato Luca Truccolo (il M5S però non ha mai sostenuto ufficialmente questa lista civica).

Anche Noi x Seregno, che nel 2015 era riuscita a far eleggere Tiziano Mariani in Consiglio Comunale, ha provato allargare i suoi consensi cercando di formare due liste d’appoggio, I like Seregno e Grande Nord, che hanno però avuto dei problemi nella raccolta firme. Il gruppo di Grande Nord, come sappiamo, ha poi deciso in questi ultimi giorni di appoggiare Ripartiamo Insieme. La lista che propone Tiziano Mariani sindaco ha però ricevuto il sostegno di Salvatore Casto, prima candidato con la lista “Comitato civico Torre del Barbarossa”, poi ritiratosi per problemi di salute.

SEREGNO-PRESIDIO
Presidio delle opposizioni davanti al comune, 27 settembre (qui il nostro articolo per chi se lo fosse perso)

Molti si sono chiesti perché le liste Scelgo Seregno, Ripartiamo Insieme e Noi x Seregno non si siano presentate con un unico candidato alle elezioni. In effetti, gli incontri tra queste forze politiche erano iniziati già a febbraio, poi le divisioni sono maturate quando è arrivato il momento di scegliere il candidato sindaco.

Nella prima metà di aprile si era diffuso un appello pubblico, “Appello della società civile di Seregno” che aveva ottenuto un centinaio di firme promosso da tre cittadini noti: Luigi Losa, Arturo Lanzani e Marco Viganò. I candidati delle liste d’opposizione di cui abbiamo parlato e il MoVimento 5 Stelle si sono trovati alla sede cittadina delle ACLI il 15 aprile scorso, una data già troppo vicina a quella che ormai si era capito sarebbe stata quella delle elezioni.

E infatti non si è trovato un accordo: Alberto Rossi ha proposto delle primarie di coalizione, ma a quel punto non tutte le forze erano disposte a rimettere in discussione il nome del loro candidato, e quindi non se n’è più fatto nulla. Tiziano Mariani ha invece denunciato l’effettiva mancanza di volontà delle altre forze politiche di trovare una quadra. In quei giorni muoveva i primi passi anche la lista Per un’altra Seregno a sinistra, a sostegno della candidatura di Simone Crinò; quest’ultima non aveva partecipato agli incontri, ma stava provando a fare accordi (tentativo poi fallito) con il centrosinistra.

Infine, si ripresenterà Francesco Formenti, con una propria lista. L’ex onorevole leghista, uscito dal partito, era già corso alle amministrative del 2015.

C’è da dire che i candidati di queste forze politiche non potrebbero essere più diversi (lo vedremo) e riflettono anche idee diverse di città.

Vincerà il partito invisibile?

Nel 2015 al primo turno aveva votato il 51% dei seregnesi, al ballottaggio la percentuale dei votanti si era attestata solo al 41,7%. Già allora gran parte degli argomenti della campagna elettorale avevano riguardato la legalità e la trasparenza, molto duri erano stati gli affondi delle opposizioni riguardo a queste tematiche. Evidentemente i cittadini avevano già allora percepito distanza dalla politica. C’è da chiedersi se, dopo i gravi fatti accaduti in città, questa distanza è destinata ad aumentare ulteriormente. Starà alle forze politiche in campo cercare di invertire questa tendenza, anche se per ora il partito del non voto rimane il netto favorito.

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