Caso Seregno: cosa dicono le intercettazioni. Seconda parte

Anche dai media nazionali sono state diffuse le intercettazioni eclatanti che delineerebbero i rapporti di scambio tra Mazza e Lugarà. Ma purtroppo nei documenti dell’ordinanza non c’è solo questo…

In questa seconda parte (qui la prima, se ve la siete persa) analizziamo altre due vicende ricostruite nell’ordinanza (di essa vi rimettiamo i link: qui la prima parte, qui la seconda) passate un po’ in secondo piano, ma che comunque sono secondo noi meritevoli di essere analizzate:

Ritorna il PAc-1…

Ne avevamo già parlato, ma siamo costretti a tornare sull’argomento dell’urbanizzazione del quartiere Sant’Ambrogio. Il documento reso pubblico dal tribunale di Monza definisce “anomala” (pag. 81) la trattativa tra l’amministrazione e Maurizio Schiatti, proprietario dell’area di 5 mila metri quadri su cui dovrebbe sorgere il complesso di capannoni commerciali.

Qui l’ordinanza sostiene che la giunta e il sindaco avevano voluto “imporre  di garantire successivamente l’assunzione di almeno 35 persone, di gradimento all’Amministrazione stessa, presso le indicate attività commerciali” (pag. 81). Durante un’altra conversazione registrata con Ciafrone, Barbara Milani dice di aver discusso con Schiatti, perché al progetto erano state fatte “otto osservazioni con scritto: ‘Come li garantite venticinque posti di lavoro?’ e io (la Milani ndr.) gli faccio ‘Schiatti, non si possono garantire, glielo dico proprio rotondo!” (pag 84)

PAc-1
Area, un tempo incolta, su cui dovrebbe sorgere il PAc-1

Schiatti avrebbe proposto una modifica al piano di costruzione che secondo lui avrebbe permesso anche l’assunzione di 35 persone. Milani riferisce di aver risposto “Voi li potete anche assumere immediatamente, tra due mesi li lasciate a casa perché non vi servono“. Entrambi gli intercettati dicono che Mazza era comunque favorevole a questo patto(pag. 85); effettivamente in campagna elettorale erano stati promesse quelle nuove 25 assunzioni, ma, a quanto pare, erano tutt’altro che sicure.

Ciafrone e Milani commentano l’accaduto dicendo che le trattative per il PAc non sono portate a termine nel modo giusto, perché la pretesa di far assumere quelle persone era una forzatura che “sembrava quasi un ricatto (sempre parole di Ciafrone pag 84). Tuttavia, i due assessori concordano sul fatto che la pratica GAMM (quella per le costruzioni nella zona ex-Dell’Orto), che coinvolgeva anche Lugarà, era stata “gestita bene” (pag 82).

 

La storia di Raffaele Faiella

Un episodio interessante di cui parla l’ordinanza è quello che riguarda il coordinatore della lista di centro destra «La nuova Seregno», Raffaele Faiella, e le pressioni da lui subite solo per la “colpa” di aver agito correttamente. Lugarà premeva affinché al consigliere Stefano Gatti, già prestanome di 5 società edili dell’imprenditore, fosse attribuita la presidenza della commissione urbanistica (pag. 57).

Dalle intercettazioni emerge che Faiella si era opposto a questa nomina, riuscendo a dimostrare attraverso le visure camerali (documenti che attestano la proprietà di aziende e imprese) che Gatti sarebbe stato impossibilitato a ricevere tale carica perché in evidente conflitto di interessi.

La reazione scatenata da quest’opposizione è durissima: da quanto riporta l’ordinanza a pagina 57, Lugarà in quei giorni provò 21 volte a chiamare il coordinatore di lista, Gatti riferisce al suo socio in affari di aver detto a Faiella: “<<Questi discorsi li devi fare davanti all’Antonio, perché se l’Antonio ti becca ti rovina>>

L’ex assessore Ciafrone, registrato nel suo ufficio, dice che è “Fefè (soprannome di Faiella, ndr) che fa problema“. Nella stessa conversazione (pagg. 72-75) racconta di aver visto proprio il coordinatore di lista parlare con un politico dell’opposizione.

Seregno intercettazioni 4
l’ex sindaco Mazza (seduto, primo da sinistra), l’ex assessore Ciafrone (seduto secondo da sinistra) e l’ex vicesindaco Mariani (in piedi) (fonte: nuovabrianza.it)

 

Temendo che “Fefè” racconti tutto, l’assessore lo rimprovera duramente “Tu non sei nessuno per venirmi a dire se c’ho un’etica pulita per metter dentro Gatti!!… L’etica pulita è parlare con Tiziano Mariani (il politico sopra accennato)?“(pag. 74). Successivamente Ciafrone racconta di essersi scusato con Gatti, ribadendo che “Lo vuoi fare (il presidente della commissione urbanistica ndr)? Noi ti siamo vicini“, ma che a causa di questo episodio non sarebbe più stato possibile realizzare i desideri del consigliere.

 Molti interrogativi

Forse alcune tra le conversazioni che avete letto non avranno neanche alcuna rilevanza ai fini delle indagini. Restano però molte domande, in particolare colpisce di come si parli di molti comportamenti come se fossero normali. Si sente una sorta di rassegnazione politicamente grave nei discorsi di chi doveva vigilare, e allora viene il dubbio che forse, questa stessa rassegnazione, che fa rima con omertà, ci sia anche tra i cittadini. 

 

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